Sempre più social sempre meno sportivi
Ebbene si siamo sempre più social e meno persone sportive, e non riguarda solo una categoria ma coinvolge molte generazioni dai più piccoli ai più grandi. A dire questo è un sondaggio online condotto dall'Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullism (Di.Te) su un campione di 500 persone di età compresa tra i 15 e i 50 anni.
Ecco alcuni dati emersi dalla ricerca
Età tra i 15 e 20 anni controllano il cellulare in media 75 volte al giorno, il 7% di loro fino a 110 volte il giorno. Tenendo presente che questo numero di volte va spalmato sulle 24 ore, quindi notte compresa.
Età sopra i 20 anni non sono da meno dato che dichiarano di non poter stare senza smartphone e lo guarda almeno 43 volte al giorno, il 6% di loro sfiora le 65 volte.
Parallelamente un'indagine pubblicata dall’Università di Pittsburgh sull’American Journal of Preventive Medicine condotta su 1.800 persone tra i 19 e i 32 anni ha fatto uno studio sulla solitudine abbinata al social network. Più tempo si passa sulle pagine dei vari social più aumenta l’insicurezza di approccio fisico con persone fisiche e più aumenta la sensazione di essere isolati.
Questi risvolti negativi hanno più probabilità di arrivare a chi naviga per più di due ore, addirittura aumentano ancora di più in quelle persone che, indicate come “utilizzatori Compulsivi” visitano profili di amici anche 58 volte a settimana.
Aumentano il rischio di depressione
Uno studio dell’università di Pittsburgh, pubblicato sulla rivista Depression and Anxiety, sostiene che passando troppo tempo sui social anche il rischio di ammalarsi di depressione aumenta del triplo. Infatti le persone tendono cosi ad isolarsi dalla vita sociale facendo entrare sempre più la vita virtuale in quella reale. Probabilmente la maggior di coloro che si rivolgono ai social network per colmare un vuoto sono già tendenzialmente depresse. In poche parole sono annoiato, ho pochi amici o relazioni “vere” e quindi passo il tempo su Facebook e Instagram.
La dipendenza ai messaggi e notifiche
Secondo sempre questi studi la dipendenza più grande oltre allo “scuriosare” nei profili amici è quello dell’invio e ricezione dei messaggi (94.6 minuti) ed email (48.5 minuti). Questa è una vera e propria dipendenza simile all’oppio. Ha spiegato Erik Peper, professore di educazione alla salute all'Università di San Francisco, che le notifiche che avvisano della ricezione di nuovi messaggi, post, direct message ed e-mail danno proprio questa dipendenza. Infatti per queste attività si vengono a formare connessioni neurologiche nel cervello simili a quelle che si sviluppano in coloro che acquisiscono una dipendenza da farmaci oppioidi per alleviare il dolore.
Social e lo sport
Sempre più l’andare a correre e in palestra è motivo di farsi un selfie o di pubblicare uno stato pre o post prestazione. Sempre più nelle sale attrezzi si vede gente che passa tempo allo specchio con il cellulare alla mano e allunga il tempo dell’allenamento. Per tutte le cause dette finora e per quelle che diremo i social sviano l’essere umano da quello che è il suo scopo momentaneo come giustappunto l’allenamento.
E’ un fenomeno sempre più in voga che coinvolge come detto tutta una fascia di persone che forse nella solitudine della vita reale forse per narcisismo estremo sono sempre alla ricerca del like o del commento fortificatore.
Chi paga di più in questi casi le conseguenze è il corpo nella continuità dell'allenamento andando spesso a raffreddare il muscolo. Anche nei corsi intensivi, quelli di gruppo, si vede spesso la persona che nella pausa acqua corre a vedere il cellulare. Una dipendenza 2.0 da cui conviene prenderne subito atto e coscienza.
Attenzione ai videogiochi
Da poco classificato come disturbo mentale anche la dipendenza da videogiochi. Questi infatti possono stravolgere la personalità andando a rendere più impulsivi e riducendo la capacità di organizzare. Anche questi come i social isolano la persona ma in più danno impulsi emotivi passivi dettati dall’immedesimarsi della persona in molte trame di questi.
Risultati: meno autocontrollo e….
Analizzando il comportamento delle persone è emerso che, subito dopo la navigazione in Rete, i partecipanti “drogati” facevano molte più scelte impulsive, con una riduzione delle decisioni che implicavano minor autocontrollo. Questa osservazione porta a pensare il maggior rischio di impegnarsi in altri comportamenti problematici associati a scelte impulsive, ad esempio come il gioco d’azzardo, per queste persone.
...e più insicuri delle nostre conoscenze
Avere sempre a portata di mano internet, con la sua valanga di informazioni, ci fa sentire più insicuri e incapaci di fidarci delle nostre conoscenze acquisite e mnemoniche. Lo dimostra anche una ricerca pubblicata sulla rivista Consciousness and Cognition dal gruppo di psicologi coordinato da Evan F. Risko dell’Università di Waterloo.
Dallo studio è emerso che chi può navigare sul web alla ricerca della risposta giusta si arrende prima e afferma più facilmente di non sapere. È anche possibile, però, che cercare risposte e soluzioni sul web a conferma delle nostre convinzioni sia un processo gratificante, una sorta di premio a cui il nostro cervello si sta abituando.
Mettono in crisi le coppie
Con il termine “phubbing” = partner phone snubbing, si vuole evidenziare il fenomeno che il partner umilia l’altro trascurandolo per colpa del telefono e di internet.
Sempre più manca un approccio e una risoluzioni dei problemi “naturale” ma si affronta la realtà di coppia sempre di più passando dal social, dal messaggio senza affrontare faccia a faccia i problemi basilari e ovviamente senza arrivare ad una risoluzione “normale”.
Ci fanno dormire meno
I cosiddetti “nativi digitali” sempre con il pollice allenato e connessi a GB di internet infiniti sono raggiungibili 24h su 24h, anche di notte il cellulare accanto al letto, sempre acceso, passando la notte a inviare messaggi. Si addormentano sempre dopo e il primo messaggio che arriva li risveglia e li “riconnette” subito.
una frammentazione del sonno con conseguenze sul giorno dopo non poco rilevanti.
chissà se avremo un punto di controtendenza…