Piede dell’atleta

La Tinea pedis, nota anche come piede d’atleta, è un’infezione micotica diffusa,ma nonostante questo, poco conosciuta e mal curata.

Il paziente viene allo studio medico, in quanto irritato dal prurito e dalla desquamazione del piede che si accompagna a cattivo odore.

L’infezione può assumere tre forme principali:

-Interdigitale, dove la cute compresa nello spazio tra le dita, appare macerata

ed umida;

-A “mocassino”, in cui la pianta del piede può ispessirsi, disidratarsi e squamarsi;

-Vescicolo-bollosa, la cute che riveste il piede si arrossa e può talvolta comparire un’eruzione vescicolare.

La malattia e’ molto diffusa, con una percentuale che tocca il 25 % delle persone colpite almeno una volta nel corso della loro vita: ad essere colpiti maggiormente sono i nuotatori abituali, i componenti delle forze armate e coloro che lavorano nell’industria pesante.

Il disturbo può essere doloroso e, se non trattato, la cute puo’ evolvere in una

onicomicosi od in una infezione batterica importante.

E’ l’ambiente a veicolare il fungo, che si diffonde nello strato corneo ed in presenza di condizioni favorevoli, come i traumi cutanei, la pelle alterata o screpolata, un’eccessiva sudorazione, un tempo umido e le alte temperature, riesce a penetrare più in profondità , causando l’infezione.

La terapia è basata sugli antimicotici, in particolare i fungostatici (gli imadazolici) ed i fungocidi (come la terbinafina), quest’ultima importante agisce inibendo l’enzima squalene epossidasi, che interviene nella sintesi dell’ergosterolo, che e’ un componente essenziale delle membrane cellulari dei funghi.

L’accumulo dello squalene, che è favorito da tale farmaco, causa un danneggiamento del vacuolo e delle membrane cellulari, che diviene irreversibile e contribuisce ad eliminare il fungo: tale terapia deve essere continuata per almeno quattro settimane, altrimenti c’è il rischio che tale fungo possa riapparire.

Non bisogna infatti “illudersi” del precoce miglioramento sintomatico: la terapia va’ infatti continuata fino a quando non viene eradicata del tutto l’infezione fungina.

Oltre alla terapia, vanno poi adottate delle misure igieniche opportune, come l’asciugarsi per bene i piedi dopo aver svolto un’attività  sportiva, così come l’usare asciugamani personali e non camminare scalzi in piscine e spogliatori.

Il trattamento può anche richiedere un allungamento del periodo da quattro a sei

settimane, visto che il normale ciclo cutaneo di turnover dello strato corneo impiega 10-14 giorni.

articolo preso da: http://it.doctmag.com/
di Luca Gabriele Punziano
Medico Generico Specializzando in medicina generale Ospedale San Camillo

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